War of crystals

Sperimentiamo questa cosa!

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  1. >Alicetta<01
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    Eh già u.u
    Aspetto il continuo XD
     
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    Nome: Albuxia
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    Città: Demetria, è fantastica *^*
    Aspetto:Occhi verdi, capelli azzurri/verdi acqua lisci e lunghi. D'inverno mette di solito felpa e jeans con le scarpe alte (e a volte un cappello o semplice o con le orecchie a forma di gatto) d'estate mette una canotta e i pantaloncini
    Carattere: Simpatica, intelligente, socievole e positiva. Ama ascoltare la musica, disegnare e fare le acconciature ai suoi vapelli
    Stile di lotta scelto: magia
    Descrizione generale: per ora vive da sola, più avanti chissà xD. In quanto al fidanzato è identico a lei (versione maschile) e si conoscono sa sempre,forse col tempo le cose cambieranno
    Come lavoro programma i videogiochi
    Spero che così vada bene :sisi:
     
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    «Quel giorno eravamo io, il generale Dufus e...». Ci risiamo... Alice sbuffò sprofondando nello strano divano di pelle. Lo studio del Generale era illuminato a malapena dal vecchio lampadario mentre il ticchettio delle gocce di pioggia animava allegramente le due finestrelle serrate. Sinceramente non capiva perchè qualcuno non si decidesse ad aprirle, il fumo di quei maledetti sigari riempiva l'ambiente con un odore a dir poco nauseabondo. Il generale... Un uomo sulla settantina il cui corpo mostrava a malapena sotto il peso della vecchiaia la forza e la bellezza che l'avevano un tempo contraddistinto. Alice era stata considerata strana per la sua curiosità a quello strano vecchio. «Strana...». Non poteva che ridere al suono di quella parola. In un mondo tutti aspirano alla perfezione e alla monotonia lei era fiera di essere sempre stata strana. Osservò annoiata il suo orologio, erano le dieci in punto... Dove caspita era finito? La porta di aprì di scatto ed un allegro ragazzo entrò salutando i due, il vecchio continuava a parlare come nulla fosse. «Anche oggi la storia del ricevimento a casa del governatore?» Il ragazzo sorrise gentile al vecchio porgendogli le sue medicine prima di voltarsi verso Alice con sguardo comprensivo, ogni mattina la stessa storia. Alice si alzò dal divano salutando il ragazzo con un gesto secco ed altezzoso, lui avrebbe capito... Era fin troppo comprensivo. «Io vado...». Il ragazzo si voltò ad osservarla curioso. «Così presto?». Alice annuì, un lampo improvviso illuminò la stanza accendendo la sua chioma rossa di vita propria, come un fuoco che sul punto di morire viene rinvigorito dalla forza del vento. «Ho da fare...». Uscì dalla stanza non curante della porta spalancata o del vecchio generale che continuava a parlare a macchinetta. Quel povero vecchio... Una volta era uno dei più illustri generali dell'esercito, aveva dato tutto se stesso per la guerra... Finendo così per impazzire alla fine di essa. Viveva nel suo mondo, fatto di riunioni strategiche, rapporti segreti e macchinazioni. Eppure nella sua follia resisteva ancora un piccolo, fragile, limpido spiraglio di lucidità. Alice lo sapeva bene, amava sentire i racconti su quel tempo lontano. Un tempo dove con un colpo di pistola si poteva risolvere tutto. Così spaventoso ma al tempo stesso così affascinante. Per un attimo un viso apparve nella sua mente. La ragazza si bloccò sulle scale e scosse la testa quasi a voler mandar via quella figura. Il silenzio era sprofondato sull'intera casa immersa nella penombra. Strano. Continuò a scendere le scale e aprendo la porta uscì. Davanti a lei non si stagliava la solita vista: Non il viale alberato, non la macchina arruginita del vecchio, non il cielo scuro di burrasca. Solo una stanza, una stanza buia. Lo spazio circolare in cui si trovava era circondato da alte ed esili colonne che andavano a terminare in una pesatne cupola. Nella totale oscurità poteva intravedere solo lo stelo delle grandi rose che soffocavano l'opaca pietra. Istintivamente Alice toccò una rosa nera pungendosi il dito. Il sangue scorreva veloce verso terra. La cosa la fece ridere. Quella stanza non la spaventava, anzi... Era giorni che sognava quel luogo, quelle voci.
    «Finalmente un po' di divertimento...»
    Al centro della stanza, dentro due piccole teche di cristallo, due rose volteggiavano in aria come spinte da qualche forza magica. La prima, nera come la notte più spaventosa, era sostenuta da una roccia grezza e spenta. Emanava una grande potenza, una forza a lei affine.
    La seconda invece, sostenuta da un grande cristallo lucente, sembrava resistere con forza all'oscurità intorno a lei. La sua aura luminosa e benevola quasi la schifava, eppure... Sentiva qualcosa chiamarla verso di sè, quell'aura così strana... Così disgustosa, una parte di sè tendeva verso quella luce. Non per amore, ma per vendetta.

    «Cosa sceglierai?»
    «Vieni a me. Non sei pronta, pensi sia così facile avere vendetta?»

    Da dove veniva quella voce? Alice non si voltò nemmeno a cercare la sua provenienza, sapeva oramai a memoria quella scena. La voce non era in quella stanza, ma dentro di sè.
    Osservò ancora per un attimo le due rose, così diverse eppure...


    Alice... Cosa fare? Vincerà la tua voglia di vendetta, oppure seguirai il consiglio dettato da una qualche misteriosa forza? A te la scelta! War of Crystals Bivio n.1!
     
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  4. >Alicetta<01
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    Bellissimo, ma tanto, mi hai lasciato senza parole *^*
    Ehm... Scegliere la voglia di vendetta sarebbe poi troppo scontato (per me)... E quindi, sono incuriosita dal sentire il consiglio di qualche forza misteriosa *^* La vendetta è un piatto che va servito freddo, bisogna studiarla per bene, in modo da spiazzare tutti u.u
     
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    E sia! Prendo atto della scelta, non si può più cambiare! :eyey:

    Bivio n.1 completato!
    A presto il continuo!



    P.S. Troppo gentile! :kisss:
    Nel prossimo capitolo torneremo ai fatti del castello, come starà Light? Cosa è successo a Matt? E soprattutto... Che fine farà quello stupido e scomodo trono? :sisi:
     
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  6. >Alicetta<01
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    Adesso ho paura di quel che succederà O.o
    Ahahaha il trono XD Dobbiamo prenderne uno più comodo e intelligente :lolol:
     
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    Il vento soffiava leggero muovendo le fronde degli alberi. Alcuni timidi raggi di sole, oltrepassando le verdi foglie, giunsero sul viso addormentato di Light. Il cinguettio degli uccelli riempiva l'atmosfera di pace e serenità. Con molta fatica la ragazza aprì gli occhi e si tirò su a sedersi. Ancora confusa si strofinò gli occhi per poi guardarsi intorno curiosa. Non si trovava più in quello strano luogo. Per fortuna! Il solo pensare a tutti quegli avvenimenti la faceva rabbrividire. Per un attimo si coprì gli occhi con le mani, sperando di essere in un sogno. Dopo aver inspirato a fondo tolse le mani dalla faccia trovando il viso di uno sconosciuto ad un palmo dal suo. Il suo urlo fu tale che gli uccellini volarono via in preda al panico. «C chi sei?». Il suo interlocutore scoppiò a ridere osservandola aggrappata al tronco dell'albero. «Certo che sei proprio strana!». Light arrossì cercando di nascondere il viso sotto i capelli. Avrebbe voluto dire qualcosa ma le parole tardavano ad arrivare.
    «Molto piacere, mi chiamo Castiel!»
    Il ragazzo adesso gli porgeva gentilmente la mano. Era un ragazzo molto alto ma non sembrava mostrare più della sua età. I capelli castano scuro spettinati e gli occhi di un verde brillante gli conferivano un'aria piuttosto allegra e spensierata. Light lo osservò insospettita per qualche secondo prima di decidersi a porgere a sua volta la mano. Con un movimento veloce e forte Castiel la tirò in piedi facendola quasi cadere addosso a lui.
    «Hey! Stai attento...» Uno sconosciuto che si permetteva di giocare così con lei... Era troppo! Light era fin troppo timida e riservata per accettare un comportamento del genere. Immediatamente il ragazzo indietreggiò titubante chiedendo scusa, in fin dei conti non sembrava cattivo... Solamente espansivo ecco.


    I grandi alberi del giardino proseguivano in fila lungo il percorso che i due stavano seguendo. Light era rimasta affascinata dal grande castello all'orizzonte. Alte torri svettavano candide lungo i lati della solida ma aggraziata costruzione. Le sembrava di trovarsi catapultata in una fiaba e quasi scoppiò a ridere pensando che quella era la risposta più logica al momento.
    «Quindi abiti in città...» Castiel aveva ascoltato tutto il racconto senza fiatare. Non sembrava per niente sorpreso dalle sue storie di rovine in mezzo al nulla e spiriti, era piuttosto occupato a fare mille domande su Demetria. «Anche tu abiti in città?» La speranza tornò a brillare nei suoi occhi vedendo in Castiel un possibile accompagnatore. Il ragazzo annuì con espressione malinconica. Erano passati molti anni dalla sua ultima visita al mondo esterno... Nella sua mente sopravvivevano oramai piccoli stralci di memoria sbiaditi dal tempo. Light poteva sapere la sua condizione, era lecito per lei chiedere. Si voltò ad osservarla con il suo miglior sorrise e...

    BOOOOOM!

    Un grosso frastuono fece sobbalzare Light che d'istinto si nascose dietro Castiel. Una grossa nuvola di fumo si stagliò all'orizzonte mentre piccoli frammenti di vetro cadevano leggeri dall'alto delle torri. Light rimase affascinata da quelle piccole gocce brillanti, ognuna di loro brillava con un colore diverso... Avevano un qualcosa di magico. Castiel si tolse la giacca e la buttò in testa alla ragazzina. «Stai attenta al vetro...». Nella sua voce si sentiva preoccupazione mista a rabbia. Non prometteva nulla di buono. Il ragazzo iniziò a correre senza considerare Light che, non sapendo cosa fare, decise di seguirlo. Quelle che a prima vista erano sembrate magiche gocce ora risultavano essere lame affilate: i piccoli pezzi di vetro tagliavano la giacca senza fatica, Light rimase sbigottita. Una volta arrivati all'ingresso del castello Castiel spalancò con forza l'immenso portone e, con un gesto della mano, fece animare lo scudo che portava sulla schiena. Il piccolo pezzo di metallo iniziò a muoversi e a trasportare il ragazzo sempre più in tutta velocità. Light osservò spaventata tutta la scena. «Non mi lasciare!». Troppo tardi, oramai era lontano. Sospirando sempre più nervosa osservo la lunga rampa di scale che sembrava proiettarsi all'infinito. Che fare? «Avete bisogno di aiuto Miss?». Una buffa voce attirò la sua attenzione, lasciandola a dir poco estasiata dalla visione. Un piccolo essere la osservava preoccupato. Dai suoi modi di fare sembrava essere un umano, ma il suo aspetto era in tutto e per tutto quello di un cane. Light sembrò dimenticarsi della situazione ipnotizzata dalle grosse orecchie dell'essere. «Emm... Miss?» Il cane storse la testa osservando la nuova arrivata. «State bene? Forse converrebbe seguire il signorino Castiel... Ecco se volete...». Il piccolo esserino esitava sul da farsi, troppo in ansia per lo sguardo della signorina. «Forza muoviti signorinella!». Una ragazza spuntò dal nulla tirando Light per un braccio, così da risvegliarla dal suo incanto. La nuova arrivata aveva grandi occhi verdi ed un sorriso ancora più allegro di Castiel. Sembrava essere molto più piccola di lei eppure dimostrava una forza ed un'energia fuori dal comune. Prendendo la mano del povero cagnolino mormorò qualche strana parola e, magicamente, i tre si trovarono in volo su una piccola nuvola. «Cosaaa?» Light in preda al panico si aggrappò al braccio della maga che scoppiò a ridere osservandola. «Ma tu da dove spunti?». La piccola nuvoletta saliva lentamente sempre più lasciando intravedere i mille piani di quella stramba costruzione. «Signorina Albuxia la prego, è un'emergenza!». Il cane iniziò ad agitarsi muovendo animatamente le sue zampine di qua e di là.
    «Va beneee!»


    Castiel corse in tutta fretta lungo il corridoio. Il suono del vetro scacciato sotto i suoi stivali rieccheggiava pesantemente ad ogni suo movimento. Una volta arrivato nella sala piena di fumo si coprì il volto con una mano e si immerse nella nuvola nera. Lo strano trio arrivò all'ultimo piano. «Signorino, signorino!» Il cane sembrava essere il più agitato. Light osservava i mille vetri sparsi a terra e la grande nube nera, che cosa era successo? Con passi lenti Castiel fuoriuscì dalle densa nube portando tra le braccia il corpo esile e candido di un ragazzo. I suoi vestiti erano completamente sporchi di fuliggine e le sue braccia piene di lividi. Tutti si avvicinarono velocemente a lui, Light più per imitazione. Albuxia osservò il corpo esanime abbracciando Castiel. «Cosa è successo questa volta?». Il ragazzo scosse la testa senza proferire parola mentre lentamente si poggiava a terra. Si tolse un guanto cercando di pulire la faccia del ragazzino che lentamente iniziava a risvegliarsi. «Cosa ti sei fatto?». Matt alzò debolmente la mano toccando il lungo taglio sulla guancia di Castiel, il sangue scorreva ancora. «Forse dovrei chiedertelo io!» Castiel scoppiò a ridere scacciando la mano dell'amico. «Vedi di riposare, sei debole. Dopo hai molto da spiegarci!». Accorgendosi di essere osservato da tutti Matt cercò di alzarsi di scatto. Il viso di Light fu la prima cosa che vide di fronte a sè. «E tu chi sei???». Matt cercò di avvicinarsi alla ragazza che timidamente alzò la mano in segno di saluto... Ma cadde a terra svenuto, preso a malapena da Albuxia e dallo strano essere peloso. «Così non va bene...» Albuxia cominciò a ridacchiare cercando di smorzare la tensione. Dopotutto quando sarebbe ricapitato di non dover sentire continuamente le lamentele di Matt?
     
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  11. >Alicetta<01
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    Ahaha un cane parlante, fantastico XD
    An, bellissimo capitolo come sempre u.u
     
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    CITAZIONE (Luowl @ 23/10/2016, 22:18) 
    Zan Zan Zan

    Manchi solo tu!

    Grazie ragazze, sono contento che vi piaccia. Probabilmente in questa storia userò spesso questi racconti per mostrare la stessa situazione da vari punti di vista. Spero possa piacervi e magari incuriosirvi ancora di più! :woo:
     
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    CITAZIONE (~Matt_Rainsworth~ @ 23/10/2016, 22:24) 
    CITAZIONE (Luowl @ 23/10/2016, 22:18) 
    Zan Zan Zan

    Manchi solo tu!

    Grazie ragazze, sono contento che vi piaccia. Probabilmente in questa storia userò spesso questi racconti per mostrare la stessa situazione da vari punti di vista. Spero possa piacervi e magari incuriosirvi ancora di più! :woo:

    Certo che ci piace u.u
     
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    L'ho appena letto è davvero bellissimo :nodnod:
     
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    Piccola aggiunta al pg : gli occhiali
     
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